Il povero superbo, Venezia, Fenzo, 1755

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA XII
 
 PANCRAZIO e poi LISETTA
 
 Pancrazio
950Che superbo curioso!
 Non sputa che grandeze! Oh quanto è strana
 la povertà superba,
 massime in chi pel vizio
 miserabil si ritrova e in precipizio.
955Ei vuol... Non mi soviene.
 Ei venne... Oh ciel! Perché?
 Mi par che venne per sposarsi a me.
 Questa sì ch’è graziosa,
 il povero Pancrazio è fatto sposa.
960Lisetta, o mia Lisetta
 vien qua, m’ascolta.
 Lisetta
                                       Oh buone nuove assai.
 Pancrazio
 Ridi Lisetta mia.
 Lisetta
                                  Perché?
 Pancrazio
                                                   Trovai
 un uomo che mi vuol.
 Lisetta
                                          Rido davvero.
 Chi è questo?
 Pancrazio
                            Il conte... No.
 Lisetta
                                                      Né il cavaliero?
 Pancrazio
965Oh sì fu quello appunto.
 Ma dimmi non sarebbe un matrimonio
 bello invero e gentile?
 Lisetta
 Veder non si potrebbe altro simile.
 Pancrazio
 Volo a dirlo a Dorisbe.
 Lisetta
                                           Meno fretta,
970forse avrete sbagliato.
 Pancrazio
 No no, non sbaglio no, son maritato.
 
    Forse non ho un bel viso!
 Forse non ho un bel naso!
 Il merito raviso
975di chi m’ha persuaso;
 oh cara oh bella cosa!
 Lisetta graziosa
 con te mi sposerò.
 
    Allora che diranno?
980Smorfiose, pontigliose
 tante che l’esser spose
 speravano con me?
 D’invidia crepparanno;
 fra tanto io goderò.