Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA III
 
 RE, ERMINIO
 
 Re
 Buon per noi, che lontani
 da femine vezzose,
 le nostre donne non saran gelose.
 Erminio
85Eh qui pur vi sarebbe,
 tra le rustiche genti,
 qualche vaga beltà da far portenti.
 Una, sire, ve n’è fra l’altre tante
 di soave sembiante,
90sì vaga e spiritosa
 che la regina potria far gelosa.
 Re
 E chi è costei?
 Erminio
                             Menghina,
 moglie d’un certo Bertoldin ch’è figlio
 del famoso Bertoldo, a voi ben noto,
95vecchio d’alta malizia e di gran senno,
 ed ha un figlio chiamato Cacassenno.
 Re
 Facciamla a noi venir.
 Erminio
                                           Ma non vorrei...
 Intendiamoci ben.
 Re
                                     No, prence, andate;
 tutta a me conducete
100la rustica famiglia.
 Divertirmi e non altro oggi pretendo.
 Erminio
 V’obbedirò; (la commissione intendo).
 Ma ecco che sen viene
 il buon vecchio Bertoldo. Egli ha saputo
105della vostra venuta;
 e la sua mente astuta
 con qualche ritrovato
 a venirvi a veder l’ha consigliato.
 Re
 Quel villan s’introduca. (Ad un servo)
 Erminio
110Io so ch’è impertinente,
 che sprezza il regio impero.
 Re
 Innanzi a me non parlerà sì altero.
 So che rustica gente
 usar non sa delle creanze il modo;
115ma so che col villan tristo e briccone,
 se la ragion non val, s’usa il bastone.