Lo speziale, Venezia, Fenzo, 1754

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 CECCHINA con un cestello d’erbe e detto
 
 Cecchina
 Chi è qui? Si può venirne?
 Mengone
 Sì venite Cecchina,
 graziosa contadina,
25cosa avete di bello
 in quel vostro cestello?
 Cecchina
 I’ ci ho della gramigna.
 E ci ho della ciccoria
 e delle madreviole
30raccolte questa mane innanzi al sole.
 Mengone
 L’erba per lo speziale
 è il miglior capitale;
 date qui, date qui, ragazza mia.
 Cecchina
 Con buona grazia di vusignoria. (Ripone il cestello)
 Mengone
35Non le volete dare?
 Cecchina
 Le volete comprare?
 Mengone
 Certo, le comprerò.
 Cecchina
 Prima pagate e poi ve le darò.
 Mengone
 Come! Non vi fidate?
 Cecchina
                                          La mia mamma
40m’ha detto tante volte:
 «Guardati figlia mia, non ti fidare.
 Non ti lasciar dagli uomini gabbare».
 Mengone
 Cara la mia Cecchina,
 siete pur graziosina!
 Cecchina
                                        Mengoncino,
45non ho neanche un quattrino
 e ancora non ho fatta collazione.
 Mengone
 Giacché non v’è il padrone
 facciamo un’insalata presto, presto.
 Cecchina
 Andate via, non mi toccate il cesto.
 Mengone
50Se lo tocco nol guasto.
 Cecchina
                                          Eh la mia mamma
 mi ha detto: «Figlia mia guardati bene.
 Se l’uomo vuol toccar, non esser sciocca,
 l’uomo è focoso e bruccia dove tocca».
 Mengone
 Ma se così farete
55l’erbe non venderete.
 Cecchina
                                          Non importa,
 le tornerò a portare a casa mia
 ma non voglio arrischiar la mercanzia.
 
    Ho poco capitale,
 ho poco d’arrischiar
60ma l’ha da pagar bene
 chi lo vorrà comprar.
 
    Non basta che vi sia
 la buona mercanzia,
 cogl’uomini conviene
65saperla trafficar.