Li matti per amore, Venezia, Fenzo, 1754

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VII
 
 CAMILLA e detti
 
 Fazio
 Or meglio non saria...
 Cioè vorrei... cioè... (Il servo tira per il giubbone come sopra) Oh, oh che tiri!
 Non è più tempo di tirar... parliamo,
 signora mia...
 Ridolfo
                            Bel bello;
740ella è fanciulla ancora e vergognosa,
 fatte adesso una cosa,
 ad ascoltar statevi là in disparte,
 seco io farò le carte
 e intenderete dai discorsi suoi
745che parlando con me parla con voi.
 Fazio
 Ho capito ben bene, padron mio,
 cioè...
 Ridolfo
              Cioè si siamo intesi.
 Fazio
                                                     Addio. (Finge partir e resta in disparte)
 Camilla
 È partito colui. La sorte arride
 al mio desir estremo
750d’umiliar questo ingrato.
 Ridolfo
                                                (Ora vedremo).
 Camilla
 Eh ben per chi ti sprezza
 e di te si fa giuoco
 ardi ancora o non ardi?
 Fazio
                                             (Io son di fuoco).
 Camilla
 Sei tu convinto ancora
755ch’Eugenia tua?...
 Fazio
                                    (Cioè vada in malora).
 Camilla
 Non mi rispondi indegno?
 Ridolfo
 Parli tu meco adesso?
 Fazio
 (Voltati in qua che ti rispondo io stesso).
 Camilla
 Ah! Ch’io parlo da stolta
760con chi parlar non vuol!
 Fazio
                                              (Parla una volta).
 Ridolfo
 Camilla è pur molesta,
 del mio tacer la gran ragione è questa.
 
    Non ho flemma, io l’amo tutte,
 siano belle, siano brutte,
765qualche bella mi dispiace,
 qualche brutta assai mi piace,
 sempre è buono, sempre è bello
 tutto quel che piace a me.
 
    Donne belle, donne care,
770dell’amar, del non amare
 questo è il libro del perché.