Li matti per amore, Venezia, Fenzo, 1754

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VII
 
 Piazza di villa.
 
 MOSCA parlando con un di dentro, LISETTA
 
 Mosca
 Sì bene, signor mio, lo troverete
 da questa fruttaiola;
 se non c’è alcun, vo’ dirle una parola.
 Lisetta
 Oh Mosca mio garbato.
 Mosca
                                             Oh mia Lisetta,
150adorata, stimata,
 melata, giuleppata, inzucherata.
 Lisetta
 Con tutto il resto che finisce in ata.
 Mosca
 Oggi che buona vena!
 Guarda. (Gli mostra un zecchino che ha in mano)
 Lisetta
                    Che cosa è quella?
 Mosca
                                                       Un bel zecchino.
 Lisetta
155Un zecchino! A chi mai l’hai tu rubbato?
 Mosca
 Per caparra d’un pranzo or me l’han dato.
 Lisetta
 E dove?
 Mosca
                  All’osteria
 dove son cameriero.
 Ho per le mani un tordo
160da spennachiar che ci darà un tesoro.
 Lisetta
 E chi è costui?
 Mosca
                              Un bell’asino d’oro.
 Mio paesano egl’è. Viene di Lucca,
 di soldi pien ma senza sale in zucca.
 Lisetta
 E per questo?
 Mosca
                             Ne voglio
165la parte mia.
 Lisetta
                           A metà.
 Mosca
                                            Questo è l’imbroglio.
 Lisetta
 Che s’ha da far?
 Mosca
                                 Ascolta.
 D’ammogliarsi egli cerca e mai non cessa
 di parlarmi di ciò.
 Lisetta
                                    Lo sposo io stessa.
 Mosca
 Oh non mi far la sciocca;
170e Mosca?
 Lisetta
                    Mosca s’ha a nettar la bocca.
 Mosca
 Non ti dico più altro e ti son schiavo. (In atto di partire)
 Lisetta
 Dove vai?
 Mosca
                      So ben io.
 Lisetta
                                           Parla, io burlavo.
 Mosca
 Eugenia li proposi, anzi gli dissi
 che dama ell’è di nascita
175ma d’indole tranquilla,
 per viver sconosciuta ama la villa.
 Lisetta
 E credette anche questa?
 Mosca
 E come! Anzi n’è cotto
 ed amato si crede.
 Lisetta
                                    Oh che merlotto!
 Mosca
180È un scimunito, un storno
 che intende di sapere
 ma favellar non sa, non sa tacere
 e insieme unisce, se spiegarsi ei vuole,
 a forza di «cioè» le sue parole;
185questi, Lisetta mia,
 sono impegni assai grandi
 ma se tu vuoi...
 Lisetta
                               Zecchini e poi comandi.
 Mosca
 Avrai più che non brami,
 quando Eugenia per te venga d’accordo.
 Lisetta
190Tocca a te, tocca a te, Mosca sei sordo. (Più forte del solito)
 Mosca
 Come? Non ti capisco.
 Lisetta
 La capara ci vuol dell’opra mia,
 come la diero a te nell’osteria.
 Mosca
 Non ho un soldo.
 Lisetta
                                  Buggiardo!
195Mi mostrasti un zecchino,
 ne voglio la metà.
 Mosca
 Presto che Fazio vien.
 Lisetta
                                          Dammelo qua. (Gli leva il zecchino di mano)
 Mosca
 Sei contenta? Ritirati.
 Lisetta
 Piano, che veda anch’io questa figura,
200oh che caricatura! (Guardando Fazio che viene)
 Mosca
 Ritirati una volta.
 Lisetta
                                   Ho visto, ho visto.
 Oh, sì ben, questo è un pollo
 da spennachiarlo e poi tirargli il collo. (Parte)