La scuola moderna o sia La maestra di buon gusto, Venezia, Fenzo, 1748

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 BELFIORE, poi ERGASTO
 
 Belfiore
 Ancora mi dileggia? Ah cospettone!
 Mi saprò vendicar con questa cagna.
 Già m’è andato l’amor per le calcagna.
 Smanio, sbuffo, deliro,
1220con me stesso m’adiro.
 Che ardir! Che impertinenza!
 Ergasto
 Signor Belfior, vi faccio riverenza.
 Belfiore
 Lasciatemi in buonora.
 Ergasto
                                             Oh ciel! Ch’è stato?
 Con chi l’avete mai?
 Belfiore
                                        Son disperato.
 Ergasto
1225Perché?
 Belfiore
                  Per una donna.
 Ergasto
 Per Rosmira signor?
 Belfiore
                                        Non so che farne.
 Ergasto
 Dunque per chi?
 Belfiore
                                  Per un demonio in carne.
 Ergasto
 Ma l’avete lasciata?
 Belfiore
 Sì sì, l’ho abbandonata.
 Ergasto
1230Né Rosmira v’aggrada?
 Belfiore
 Ella è giovine troppo. Vada, vada.
 Ergasto
 Volete moglie?
 Belfiore
                              Sì, ma da par mio.
 Ergasto
 Voglio trovarla io.
 Belfiore
                                   Volesse il cielo.
 Ergasto
 Venite a casa mia, colà vedrete
1235una giovine sì ma non ragazza
 che sospira un marito,
 di tempo ancor ma come voi pulito.
 Belfiore
 Oggi verrò. (Mi voglio maritare,
 se credessi sposar anche una gatta).
 Ergasto
1240(Doralba non è matta;
 lo sposerà per risparmiar la dote
 e sarà mia così la sua nipote). (Parte)