Il filosofo di campagna, Mosca, Università Imperiale, 1774

 SCENA PRIMA
 
 LESBINA, DON TRITEMIO, poi RINALDO e CAPOCCHIO notaro
 
 LESBINA
 Signor, è un cavaliero
435col notar della villa in compagnia
 che brama riverir vossignoria.
 DON TRITEMIO
 Vengano. (Col notaro? (Da sé)
 Qualchedun che bisogno ha di denaro.
 Se denaro vorrà, ghe ne darò,
440purché sicuro sia bon fondamento
 e che almeno mi paghi il sei per cento).
 Ma che vedo? È colui
 che mi ha chiesto la figlia. Or che pretende?
 Col notaro che vuol? Che far intende?
 RINALDO
445Compatite, signor...
 DON TRITEMIO
                                       La riverisco.
 RINALDO
 Compatite se ardisco
 replicarvi l’incommodo. Temendo
 che non siate di me ben persuaso,
 ho condotto il notaro,
450il qual patente e chiare
 di me vi mostrerà
 titulo, parentele e facultà.
 DON TRITEMIO
 (È ridicolo invero).
 CAPOCCHIO
                                      Ecco, signore,
 l’instrumento rogato
455d’un ricco marchesato.
 Ecco l’albero suo, da cui si vede
 che per retto camino
 vien l’origine sua dal re Pipino.
 DON TRITEMIO
 Oh caperi! Che vedo?
460Questa è una cosa bella in verità.
 Ma della nobiltà, signor mio caro,
 come andiamo dal par con il denaro?
 RINALDO
 Mostrategli i poderi,
 mostrategli sinceri i fondamenti. (A Capocchio)
 CAPOCCHIO
465Questi sono istrumenti
 di compre, di censi e di livelli;
 questi sono contratti buoni e belli. (Mostrando alcuni fogli a guisa d’instrumenti antichi)
 
    Nel Quattrocento
 sei possessioni,
470nel Cinquecento
 quatro valloni,
 anno mellesimo
 una duchea.
 Milletrentesimo
475una contea.
 
    Case e casoni,
 giurisdizioni,
 frutti annuali,
 censi e cambiali.
480Sic etcaetera.
 Cum etcaetera.