Il filosofo di campagna, Parma, Stamperia Reale, 1772

 SCENA V
 
 NARDO, poi LESBINA
 
 NARDO
1280Nato son contadino,
 non ho studiato niente;
 ma però colla mente
 talor filosofando a discrezione,
 trovo di molte cose la ragione;
1285e vedo chiaramente
 che l’interesse, la superbia e amore
 hanno la fonte lor nel nostro core.
 LESBINA
 Ma capperi! Si vede,
 affé, che mi volete poco bene;
1290nel giardino v’aspetto e non si viene.
 NARDO
 Un affar di premura
 m’ha trattenuto un poco.
 Concludiam, se volete, in questo loco.
 LESBINA
 Il notaro dov’è?
 NARDO
                                Là dentro. Ei scrive
1295il solito contratto
 e si faranno i due sponsali a un tratto.
 LESBINA
 Ma s’Eugenia fuggì...
 NARDO
                                         Fu ritrovata.
 Là dentro è ricovrata
 e si fa con Rinaldo l’istrumento.
 LESBINA
1300Don Tritemio che dice?
 NARDO
                                              Egli è contento.
 LESBINA
 Dunque, quand’è così, facciamo presto.
 Andiam, caro sposino.
 NARDO
 Aspettate, Lesbina, anche un pochino.
 LESBINA
 (Non vorrei che venisse...)
 NARDO
                                                   A me badate;
1305prima che mia voi siate,
 a voi vuo’ render note
 alcune condizion sopra la dote.
 LESBINA
 Qual dote dar vi possa
 voi l’intendeste già;
1310affetto ed onestà,
 modesta ritrosia
 ed un poco di buona economia.
 NARDO
 Così mi basta; e appunto
 di questo capital, che apprezzo molto,
1315intendo ragionar.
 LESBINA
                                   Dunque v’ascolto.
 NARDO
 In primis che l’affetto
 non sia troppo né poco.
 Perché il poco non basta e il troppo annoia;
 e la mediocrità sempre è una gioia.
 LESBINA
1320Come ho da regolarmi,
 per star lontana dagli estremi?
 NARDO
                                                          Udite;
 per fuggir ogni lite,
 siate amorosa, se il marito è in vena;
 non lo state a seccar, se ha qualche pena.
 LESBINA
1325Così farò.
 NARDO
                     Sul punto d’onestà
 non v’è mediocrità. Sia bella o brutta,
 la sposa d’un sol uom deve esser tutta.
 Circa l’economia potrete qui
 regolarvi così:
1330del marito il voler seguire ognora
 e non far la padrona e la dottora.
 LESBINA
 Così farò. Son della pace amica;
 ubbidirvi sarà minor fatica.
 NARDO
 Or mi sovvien che un altro capitale
1335m’offeriste di lingua.
 LESBINA
                                         È ver.
 NARDO
                                                       Se questo
 mi riuscirà molesto,
 in un più necessario il cambierò.
 LESBINA
 Ho inteso il genio vostro.
 Non vi sarà pericolo
1340che vi voglia spiacer neanche in un piccolo.
 NARDO
 Quand’è così, mia cara,
 porgetemi la mano.
 LESBINA
                                       Eccola pronta.
 NARDO
 Del nostro matrimonio
 invochiamo Cupido in testimonio.
 LESBINA
 
1345   Lieti canori augelli
 che tenerelli amate,
 deh testimon voi siate
 del mio sincero amor.
 
 NARDO
 
    Alberi, piante e fiori,
1350i vostri ardori ascosi
 insegnino a due sposi
 il naturale amor.
 
 LESBINA
 
    Par che l’augel risponda:
 «Ama la sposa ognor».
 
 NARDO
 
1355   Dice la terra e l’onda:
 «Ama lo sposo ancor».
 
 LESBINA
 
    La rondinella
 vezzosa e bella
 solo il compagno
1360cercando va.
 
 NARDO
 
    L’olmo e la vite,
 due piante unite,
 ai sposi insegnano
 la fedeltà.
 
 LESBINA
 
1365   Io son la rondinella
 ed il rondon tu sei.
 
 NARDO
 
 Tu sei la vite bella,
 io l’olmo esser vorrei.
 
 LESBINA
 
    Rondone fido,
1370nel caro nido
 vieni, t’aspetto.
 
 NARDO
 
 Prendimi stretto,
 vite amorosa,
 diletta sposa.
 
 A DUE
 
1375   Soave amore,
 felice ardore,
 alma del mondo,
 vita del cor.
 
    No, non si trova,
1380no, non si prova
 più bella pace,
 più caro ardor. (Partono ed entrano in camera)