Il filosofo di campagna, Mannheim, Stamperia Elettorale, [1771]

 SCENA XIII
 
 NARDO, poi LESBINA
 
 NARDO
 Pazzo sarei davvero,
 se a costo d’una lite,
 se a costo di temere anche la morte,
730procurar mi volessi una consorte.
 LESBINA
 Sposo, ben obbligata.
 M’avete regalata.
 Anch’io, quando potrò,
 qualche cosetta vi regalerò.
 NARDO
735No no, figliuola cara,
 dispensatevi pur da tal finezza.
 Siete impegnata, il so, con altro amico
 e a me di voi non me n’importa un fico.
 LESBINA
 V’ingannate, lo giuro. E chi è codesto
740con cui da me si crede
 impegnata la fede?
 NARDO
                                      È un forastiero
 che mi par cavaliero,
 giovane, risoluto, ardito e caldo.
 LESBINA
 (Ora intendo il mister; sarà Rinaldo).
745Credetemi, v’inganna.
 NARDO
 Eppure in questo loco,
 tutt’amor, tutto foco,
 sostenne il cavaliero
 che voi siete sua sposa.
 LESBINA
                                             Ah non è vero.
750Ma voi siete pentito
 d’essere mio marito;
 qualch’altra donna amate;
 e per questo, crudel, mi discacciate.
 NARDO
 No, ben mio; no, carina.
 LESBINA
755Dunque mi amate?
 NARDO
                                       Sì; v’amo di core.
 LESBINA
 Siete l’idolo mio?
 NARDO
                                   Siete il mio amore.