Il filosofo di campagna, Mannheim, Stamperia Elettorale, [1771]

 SCENA VII
 
 LESBINA e detti
 
 LESBINA
 Signor padron, voi siete dimandato. (A don Tritemio)
 EUGENIA
 (Ci mancava costei).
 DON TRITEMIO
                                        Chi è che mi vuole? (A Lesbina)
 LESBINA
590Un famiglio di Nardo.
 DON TRITEMIO
 Sente, signor? Del genero un famiglio
 favellarmi desia,
 onde vossignoria,
 s’altra cosa non ha da comandare,
595per cortesia, se ne potrebbe andare.
 RINALDO
 Sì sì; me n’anderò; ma giuro ai numi,
 vendicarmi saprò.
 EUGENIA
                                    (Destin crudele!)
 Rinaldo, questo cor...
 RINALDO
                                         Taci, infedele.
 
    Perfida figlia ingrata!
600Padre spietato, indegno!
 Non so frenar lo sdegno,
 l’alma si scuote irata.
 Empio! Crudele! Audace!
 Pace per me non v’è. (Or all’una, or all’altro)
 
605   E tu che alimentasti (A Lesbina)
 sinora il foco mio,
 colla speranza, oh dio!
 così tu m’ingannasti?
 L’offeso cor aspetta
610vendetta ancor di te. (Parte)