Il filosofo di campagna, Barcellona, Generas, 1770

 SCENA XI
 
 Campagna.
 
 NARDO sonando il chitarrino, poi Rinaldo
 
 NARDO
 
    Amor, se vuoi così,
 quel che tu vuoi farò;
750io m’accompagnerò
 in pace e sanità.
 Ma la mia libertà
 perciò non perderò.
 Penare? Signor no.
755Soffrir, gridare? Oibò.
 
    Voglio cantare,
 voglio sonare,
 voglio godere,
 più che si può.
 
 RINALDO
760Galantuomo, siete voi
 quello che Nardo ha nome?
 NARDO
                                                    Signorsì.
 RINALDO
 Cerco appunto di voi.
 NARDO
                                          Eccomi qui.
 RINALDO
 Ditemi; è ver che voi
 aveste la parola
765da don Tritemio per la sua figliuola?
 NARDO
 Sì signore, l’ho avuta;
 la ragazza ho veduta,
 mi piace il viso bello
 e le ho dato stamane anco l’anello.
 RINALDO
770Sapete voi qual dote
 recherà con tai nozze al suo consorte?
 NARDO
 Ancor nol so.
 RINALDO
                           Colpi, ferite e morte.
 NARDO
 Bagatelle, signor! E su qual banco
 investita sarà, padrone mio?
 RINALDO
775Sul dorso vostro e il pagator son io.
 NARDO
 Buono! Si può sapere
 almen per cortesia
 perché vosignoria
 con generosità
780allo sposo vuol far tal carità?
 RINALDO
 Perché di don Tritemio
 amo anch’io la figliola.
 Perché fu da lei stessa
 la sua fede promessa a me di sposo.
785Perché le siete voi troppo odioso.
 NARDO
 Dite davver?
 RINALDO
                           Non mentono i miei pari.
 NARDO
 E i pari miei non sanno
 per puntiglio sposare il lor malanno.
 Se la figlia vi vuol, prenda pure;
790se mi burla e mi sprezza, io non ci penso.
 So anch’io con la ragion vincere il senso.
 Vi ringrazio d’avermi
 avvisato per tempo.
 Ve la cedo, signor, per parte mia,
795che già di donne non v’è carestia.
 RINALDO
 Ragionevole siete
 giustamente dal popolo stimato,
 filosofo chiamato con ragione,
 superando sì presto la passione.
800Voi l’avete ceduta. A don Tritemio
 la cosa narrerò tutta com’è.
 E se contrasta avrà da far con me. (Parte)