Il filosofo di campagna, Barcellona, Generas, 1770

 SCENA IX
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 TRITEMIO
 Oh genero garbato!
695Alla sposa ha mandato
 questo ricco gioiello.
 Prendilo, Eugenia mia, guarda s’è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo signore.
 TRITEMIO
                                       Ed io comando
 che tu prenderlo debba. Il ricusarlo
700sarebbe un’insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prendo per obbedienza.
 Ma vi chiedo perdono,
 non mi piace, nol voglio; a te lo dono.
 LESBINA
 Grazie.
 TRITEMIO
                 Rendilo a me.
 LESBINA
                                             Signor padrone,
705sentite una parola.
 Se la vostra figliuola (A don Tritemio a parte)
 è meco generosa,
 lo fa perché di voi mi brama sposa.
 TRITEMIO
 Lo crederò? (Piano a Lesbina)
 LESBINA
                          Signora,
710non è ver che bramate
 che sposa sia? Con darmi queste gioie,
 confessatelo pur, vostro pensiero
 non è che sia sposa Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 TRITEMIO
 E tu che dici?
 LESBINA
                            Io dico
715che se il destino amico
 seconderà il disegno,
 le gioie accetto e accetterò l’impegno.
 
    Una ragazza
 che non è pazza
720la sua fortuna
 sprezzar non sa.
 
    Non lo sapete,
 voi m’intendete,
 questo mio core
725si scoprirà.
 
    Anche l’agnella,
 la tortorella
 il suo compagno
 cercando va.