La scuola moderna o sia La maestra di buon gusto, Venezia, Fenzo, 1748

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 Galleria.
 
 LINDORO e DRUSILLA
 
 Lindoro
 Oh cospetto di Bacco
320farmi dir l’alfabetto?
 Farmi star in ginocchio e bacchettarmi?
 Ed ancora non viene a medicarmi?
 Ma eccola che giunge.
 Drusilla
                                          Lindorino
 dimmi, che fai mia vita?
 Lindoro
325Mi duol le man, mi bruciano le dita.
 Drusilla
 Soffri in pace mio ben, che nel mio core
 sento per causa tua brucior maggiore.
 Lindoro
 E poi soffrir non posso
 che quel brutto vecchione
330mi dica ogni parola bernardone.
 Drusilla
 È tuo zio, non importa.
 Fingi simplicità,
 se vuoi la libertà di vagheggiarmi.
 Procura d’immitarmi.
335Anch’io nella finzion solo confido.
 Tutto il mondo mi crede, io godo e rido.
 Lindoro
 Ma finger sempre non mi par che sia
 cosa troppo onorata.
 Drusilla
                                        Uh che pazzia!
 Tutti fingono, tutti. I mercadanti
340per mantener i vizi e le gran spese
 fingon la robba di lontan paese,
 gli orefici vendendo
 la tombacca per oro
 guadagnano un tesoro. Gli avvocati
345fingono che il cliente abbia ragione
 sol per mangiarli il fegato e il polmone
 e i medici fingendo
 la malattia mortale
 traggon il proprio ben dall’altrui male;
350fingon gl’omini affetto ed è interesse,
 fingon le donne anch’esse,
 vedrai un bel visin ma quello è finto,
 colla biacca e il carmin coperto e tinto.
 Lindoro
 Mi piace la lezion; ma col mio zio
355perché finger degg’io?
 Drusilla
                                            Perché egli mi ama
 e sua sposa mi brama.
 Lindoro
                                            E soffrir deggio
 per lui la gelosia?
 Drusilla
 Che? Geloso? Geloso? Uh che pazzia!
 Nel mondo più non s’usa,
360fu dal buon gusto esclusa.
 Vuol l’odierna moda
 che l’uomo di giudizio e taccia e goda.
 Lindoro
 Queste usanze non so.
 Drusilla
 La maestra son io, t’insegnerò.