Il filosofo di campagna, Barcellona, Generas, 1770

 SCENA IX
 
 LESBINA e detti
 
 LESBINA
330V’è chi cerca di voi, signora mia.
 EUGENIA
 Il genitore!
 LESBINA
                        Oibò. Sta il mio padrone
 col suo fattor contando dei denari
 né si spiccia sì presto in tali affari.
 RINALDO
 Dunque chi è che la dimanda?
 LESBINA
                                                          Bravo,
335voi pur siete curioso.
 Chi la cerca, signore, è il di lei sposo.
 RINALDO
 Come?
 EUGENIA
                 Che dici?
 LESBINA
                                     È giunto
 adesso in questo punto,
 forte, lesto e gagliardo,
340il bellissimo Nardo; e il padre vostro
 ha detto e comandato
 che gli dobbiate far buona accoglienza,
 se non per genio, almen per obbedienza.
 EUGENIA
 Misera! Che farò?
 RINALDO
                                    Coraggio avrete
345di tradir chi vi adora?
 EUGENIA
                                           È ver, son figlia
 ma sono amante ancor. Chi mi consiglia!
 LESBINA
 Ambi pietà mi fate.
 A me condur lasciate la facenda.
 Ritiratevi presto.
 EUGENIA
                                  Vado. (In atto di partire)
 RINALDO
                                               Anch’io. (In atto di seguire Eugenia)
 LESBINA
350Con grazia, padron mio,
 ritiratevi, sì, questo mi preme
 ma non andate a ritirarvi assieme.
 Voi di qua, voi di là, così va bene.
 EUGENIA
 Soffrite, idolo mio. (Si ritira in una stanza)
 RINALDO
                                      Soffrir conviene. (Si ritira in un’altra stanza)