Il filosofo di campagna, Barcellona, Generas, 1770

 SCENA VIII
 
 Salotto in casa di don Tritemio con varie porte.
 
 EUGENIA e RINALDO
 
 EUGENIA
 Deh se mi amate, o caro,
 ite lontan da queste soglie. Oh dio!
 Temo che ci sorprenda il padre mio.
 RINALDO
320Del vostro genitore
 il soverchio rigor vi vuole oppressa;
 deh pensate a voi stessa.
 EUGENIA
                                               Ai numi il giuro,
 non sarò d’altri, se di voi non sono.
 Ah se il mio cor vi dono,
325per or vi basti e non vogliate, ingrato,
 render lo stato mio più sventurato.
 RINALDO
 Gradisco il vostro cor ma della mano
 il possesso mi cale...
 EUGENIA
                                       Oimè, chi viene?
 RINALDO
 Non temete, è Lesbina.
 EUGENIA
                                             Io vivo in pene.