Il filosofo di campagna, Barcellona, Generas, 1770

 SCENA VI
 
 LENA e detto
 
 LENA
 (Eccolo qui! La vanga
220è tutto il suo diletto).
 Se foste un poveretto
 compatirvi saprei ma siete ricco.
 Avete dei poderi e de’ contanti.
 La fatica lasciate ai lavoranti.
 NARDO
225Cara nipote mia,
 piuttosto che parlar come una sciocca,
 fareste meglio a manegiar la rocca.
 LENA
 Colla rocca, col fuso e coi famigli
 stanca son d’annoiarmi;
230voi dovreste pensare a maritarmi.
 NARDO
 Sì, volentieri; presto,
 comparisca un marito; eccolo qui, (Vien un villano)
 vuoi sposar mia nipote? Signorsì.
 Eccolo, io ve lo do.
235Lo volete? Vi piace?
 LENA
                                       Signor no.
 NARDO
 Va’ a veder se passasse
 a caso per la strada
 qualche affamato con parrucca e spada.
 Vedi, ride Mengone e ti corbella. (Al villano che parte ridendo)
240Povera vanarella!
 Tu sposaresti un conte ed un marchese,
 perché in meno d’un mese,
 strapazzata la dote e la fanciulla,
 la nobiltà ti riducesse al nulla.
 LENA
245Io non voglio un signor né un contadino,
 mi basta un cittadino
 che stia bene...
 NARDO
                              Di che?
 LENA
                                               Ch’abbia un’entrata
 quale a mediocre stato conviene,
 che sia discreto e che mi voglia bene.
 NARDO
250Lena, pretendi assai,
 se lo brami così, nol troverai.
 Per lo più i cittadini
 hanno pochi quatrini e troppe voglie
 e non usano molto amar la moglie.
255Per pratica comune
 nelle cittadi usata,
 è maggiore l’uscita dell’entrata.
 LENA
 Il signor don Tritemio
 è cittadino e pure
260così non usa.
 NARDO
                           È vero,
 ma in villa se ne sta.
 Perché nella città vede il pericolo
 di esser vizioso e diventar ridicolo.
 LENA
 Della figliola sua
265v’han proposto le nozze, io ben lo so.
 NARDO
 Ed io la sposerò,
 perché la dote e il padre suo mi piace.
 Con patto che non sia
 gonfia di vento, piena di albagia.
 LENA
270L’avete ancor veduta?
 NARDO
 Ieri solo è venuta
 ed oggi la vedrò.
 LENA
                                 Dunque chi sa
 s’ella vi piacerà.
 NARDO
                                Basta non abbia
 visibili magagne,
275sono le donne poi tutte compagne.
 LENA
 Amogliatevi presto, signor zio,
 ma voglio poscia maritarmi anch’io.
 
    Di questa poverella
 abbiate carità,
280io sono una orfanella
 che madre più non ha.
 Voi siete il babbo mio,
 vedete, caro zio,
 ch’io cresco nell’età.
 
285   La vostra nipotina
 vorrebbe... poverina...
 Sappiate... M’intendete...
 Movetevi a pietà.