La contessina, Venezia, Fenzo, 1743

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 LINDORO e detti
 
 Lindoro
 Marchese padre.
 Pancrazio
                                  Marchesino figlio.
 Lindoro
 Che siate benvenuto.
 Pancrazio
630Più bello sei da che non ti ho veduto.
 Contessina
 Non degnate mirarmi?
 Lindoro
                                             Eh mia signora,
 se lo sposo vi reca affanno o tedio,
 il duca cicisbeo porga il rimedio.
 Pancrazio
 Oh questa è bella!
 Contessina
                                    Come, vi sdegnate
635perché di cicisbeo m’ho proveduto?
 Lindoro
 Di cicisbeo non so né d’altra cosa;
 so ch’io voglio esser sol, signora sposa.
 Pancrazio
 (Fingi; pazienta un poco,
 fin che finisca il gioco).
 Contessina
                                             E che parlate
640signori fra di voi?
 Pancrazio
 Consolo il figlio negli affanni suoi.
 Ah marchesino osserva
 nella tua contessina
 a te quale bellezza il ciel destina;
645che volto, che maestà, che ciglio altero.
 È degna d’un impero,
 dal suo fastoso aspetto
 l’alta sua nobiltà si scorge e vede.
 (Dico per minchionarla e non s’avvede).
 Contessina
 
650   Marchese mi onora
 con troppa bontà.
 
 Pancrazio
 
    Perdoni signora,
 già il vero si sa.
 
 Lindoro
 
    Scopersi a buonora
655la sua infedeltà.
 
 Contessina
 
    Guardate, non parla,
 sdegnato è con me.
 
 Pancrazio
 
    Ingrato, sdegnarla
 mio figlio perché?
 
 Contessina
 
660   Mio caro tu sei.
 
 Lindoro
 
 Non vuo’ cicisbei.
 
 a tre
 
 Un uomo geloso
 riposo non ha.
 
 Pancrazio
 
    Codesto è un intrico.
 
 Lindoro
 
665Lo spiego, lo dico
 che solo esser voglio.
 
 Pancrazio
 
 Codesto è un imbroglio.
 
 Contessina
 
 Un’alma bennata
 sospetto non dà.
 
 Lindoro
 
670   Signora garbata
 nol so in verità.
 
 Fine dell’atto secondo