Il filosofo di campagna, Vienna, Ghelen, 1768

 SCENA XI
 
 EUGENIA e DON TRITEMIO
 
 DON TRITEMIO
 Dunque giacché lo sai tel dico anch’io;
 è questi il pensiero mio;
795doppoché tu sarai fatta la sposa,
 anch’io mi sposerò questa fanciulla.
 Piangi? Sospiri? E non rispondi nulla?
 Son stanco di soffrirti.
 Oggi darai la man. S’ha da finire.
800Se sei pazza, non vuo’ teco impazzire. (Parte)
 EUGENIA
 Oh poveretta me!
 Dov’io mi sia non so.
 Lesbina m’ingannò.
 Rinaldo se n’andò.
805Il padre mi strapazza,
 mi dice che son pazza. All’amor mio
 ritrovo ad ogni passo un nuovo ostacolo,
 se non perdo il cervel è un gran miracolo.
 Son pazza in verità;
810già mi gira il cervel com’un mulino.
 Vuo’ andar con un frullino,
 girar per la città;
 forse si troverà
 un pazzo più di me
815che m’accordi mercede e carità.
 
    Aiutate, soccorrete,
 miei signori, per pietà.
 
    Ho perduto il mio cervello,
 dal mio capo sen volò.
 
820   Per cercarlo adess’adesso
 vuo’ mandare un campanello.
 Milordini galantini,
 se v’è alcun che lo trovò,
 bella cosa avrà da me.
 
825   Ma tra voi lo cerco invano
 e m’accorgo che pian piano
 voi di me più matti siete,
 che cervello non avete
 tutti quanti al par di me. (Parte)