Il filosofo di campagna, Londra, Griffin, 1768

 SCENA III
 
 DON TRITEMIO, poi RINALDO
 
 TRITEMIO
85Allegoricamente
 m’ha detto che con lei non farò niente.
 RINALDO
 (Sorte non mi tradir). Signor.
 TRITEMIO
                                                         Padrone.
 RINALDO
 Se ella mi permettesse,
 le direi due parole.
 TRITEMIO
90Anche quattro ne ascolto e più se vuole.
 RINALDO
 Non so se mi conosca.
 TRITEMIO
                                          Non mi pare.
 RINALDO
 Di me si può informare;
 son cavaliere e sono i beni miei
 vicini a’ suoi.
 TRITEMIO
                            Mi rallegro con lei.
 RINALDO
95Ella ha una figlia...
 TRITEMIO
                                     Sì signor.
 RINALDO
                                                         Dirò,
 se fossi degno... Troppo ardire è questo...
 Ma m’isprona l’amor.
 TRITEMIO
                                          Intendo il resto.
 RINALDO
 Dunque, signor...
 TRITEMIO
                                   Dunque signor mio caro,
 per venire alle corte, io vi dirò...
 RINALDO
100M’accordate la figlia?
 TRITEMIO
                                          Signor no.
 RINALDO
 Ah mi sento morir!
 TRITEMIO
                                      Per cortesia
 non venite a morir in casa mia.
 RINALDO
 Che speri?
 TRITEMIO
                       Signor no.
 RINALDO
 Ma la ragione almeno
105dite perché né men si vuol ch’io speri.
 TRITEMIO
 La ragion?
 RINALDO
                       Vo’ saper...
 TRITEMIO
                                              Sì, volontieri.
 
    La mia ragione è questa,
 mi par ragione onesta.
 La figlia mi chiedeste
110e la ragion voleste.
 La mia ragion sta qui.
 Non posso dirvi sì,
 perché vo’ dir di no.
 
    Se non vi basta, ancora
115un’altra ne dirò.
 Rispondo: «Signor no,
 perché la vo’ così»;
 e son padron di dirlo;
 la mia ragion sta qui. (Parte)
 
 RINALDO
120Sciocca ragione indegna
 d’anima vil dell’onestà nemica.
 Ma non vo’ che si dica
 ch’io soffra un tale insulto,
 ch’io debba andar villanamente inulto.
125O Eugenia sarà mia
 o tu, padre inumano,
 ti pentirai del tuo costume insano. (Parte)