Il filosofo di campagna, Livorno, Coltellini, 1768

 SCENA XI
 
 Campagna.
 
 NARDO sonando il chitarrino, poi RINALDO
 
 NARDO
 
    Amor, se vuoi così,
750quel che tu vuoi farò;
 io m’accompagnerò
 in pace e sanità.
 Ma la mia libertà
 perciò non perderò.
755Penare? Signor no.
 Soffrir, gridare? Oibò.
 
    Voglio cantare,
 voglio sonare,
 voglio godere,
760più che si può.
 
 RINALDO
 Galantuomo, siete voi
 quello che Nardo ha nome?
 NARDO
                                                    Signorsì.
 RINALDO
 Cerco appunto di voi.
 NARDO
                                          Eccomi qui.
 RINALDO
 Ditemi; è ver che voi
765aveste la parola
 da don Tritemio per la sua figliuola?
 NARDO
 Sì signore, l’ho avuta;
 la ragazza ho veduta,
 mi piace il viso bello;
770e le ho dato stamane anco l’anello.
 RINALDO
 Sapete voi qual dote
 recherà con tai nozze al suo consorte?
 NARDO
 Ancor nol so.
 RINALDO
                           Colpi, ferite e morte.
 NARDO
 Bagattelle, signor! E su qual banco
775investita sarà, padrone mio?
 RINALDO
 Sul dorso vostro e il pagator son io.
 NARDO
 Buono! Si può sapere
 almen per cortesia
 perché vosignoria
780con generosità
 allo sposo vuol far tal carità?
 RINALDO
 Perché di don Tritemio
 amo anch’io la figliola,
 perché fu da lei stessa
785la sua fede promessa a me di sposo.
 Perché le siete voi troppo odioso.
 NARDO
 Dite davver?
 RINALDO
                           Non mentono i miei pari.
 NARDO
 E i pari miei non sanno
 per puntiglio sposare il lor malanno.
790Se la figlia vi vuol, vi prenda pure;
 se mi burla e mi sprezza, io non ci penso;
 so anch’io con la ragion vincere il senso.
 Vi ringrazio d’avermi
 avvisato per tempo.
795Ve la cedo, signor, per parte mia,
 che già di donne non v’è carestia.
 RINALDO
 Ragionevole siete
 giustamente dal popolo stimato,
 filosofo chiamato con ragione,
800superando sì presto la passione.
 Voi l’avete ceduta. A don Tritemio
 la cosa narrerò tutta com’è
 e se contrasta, avrà da far con me. (Parte)