Il filosofo di campagna, Livorno, Coltellini, 1768

 SCENA IX
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 DON TRITEMIO
695Oh genero garbato!
 Alla sposa ha mandato
 questo ricco gioiello.
 Prendilo, Eugenia mia, guarda s’è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo signore.
 DON TRITEMIO
                                       Ed io comando
700che tu prenderlo debba. Il ricusarlo
 sarebbe un’insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prenderò per obbedienza.
 Ma vi chiedo perdono,
 non mi piace, nol voglio; a te lo dono. (A Lesbina)
 LESBINA
705Grazie.
 DON TRITEMIO
                 Rendilo a me.
 LESBINA
                                             Signor padrone,
 sentite una parola.
 Se la vostra figliuola (A don Tritemio a parte)
 è meco generosa,
 lo fa perché di voi mi brama sposa.
 DON TRITEMIO
710Lo crederò? (Piano a Lesbina)
 LESBINA
                          Signora,
 non è ver che bramate
 che sposa sia? Con darmi queste gioie,
 confessatelo pur, vostro pensiero
 non è che sia sposa Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 DON TRITEMIO
715E tu che dici?
 LESBINA
                            Io dico
 che se il destino amico
 seconderà il disegno,
 le gioie accetto e accetterò l’impegno.
 
    Una ragazza
720che non è pazza
 la sua fortuna
 sprezzar non sa.
 
    Non lo sapete,
 voi m’intendete,
725questo mio core
 si scoprirà.
 
    Anche l’agnella,
 la tortorella
 il suo compagno
730cercando va.