Il filosofo di campagna, Livorno, Coltellini, 1768

 SCENA V
 
 Campagna con casa rustica.
 
 NARDO esce di casa con una vanga, accompagnato da alcuni villani
 
 NARDO
 
    Al lavoro, alla campagna,
 poi si gode, poi si magna
 con diletto e libertà.
 
195   Oh che pane delicato,
 se da noi fu coltivato!
 Presto, presto, a lavorare,
 a potare, a seminare,
 e dipoi si mangerà;
200del buon vin si beverà;
 ed allegri si starà.
 
 Vanga mia benedetta,
 mio diletto conforto e mio sostegno,
 tu sei lo scettro e questi campi il regno.
205Quivi regnò mio padre,
 l’avolo ed il bisavolo ed il trisavolo
 e fur sudditi lor la zucca e il cavolo.
 Nelle città famose
 ogni generazion si cambia stato.
210Se il padre ha accumulato
 con fatica, con arte e con periglio,
 distrugge i beni suoi prodigo il figlio.
 Qui dove non ci tiene
 il lusso, l’ambizion, la gola oppressi,
215son gli uomini tra noi sempre gl’istessi.
 Non cambierei, lo giuro,
 col piacer delle feste e de’ teatri
 zappe, trebbie, rastrei, vanghe e aratri.