Il filosofo di campagna, Vicenza, Bressan, 1767

 SCENA XII
 
 Campagna.
 
 NARDO suonando il chittarino e cantando e poi RINALDO
 
 NARDO
 
    Amor, se vuoi così,
 quel che tu voi farò,
 io mi accompagnerò
 in pace e sanità.
790Ma la mia libertà
 perciò non perderò.
 Penare, signor no;
 soffrir, gridare, oibò,
 
    voglio cantare;
795voglio suonare;
 voglio godere
 fin che si può.
 
 RINALDO
 Galantuom siete voi
 quello che Nardo ha nome?
 NARDO
                                                    Signorsì.
 RINALDO
800Cerco appunto di voi.
 NARDO
                                          Eccomi qui.
 RINALDO
 Ditemi; è ver che voi
 aveste la parola
 da don Tritemio per la sua figliuola?
 NARDO
 Sì signore l’ho avuta;
805la ragazza ho veduta;
 mi piace il viso bello
 e le ho dato stamane anco l’anello.
 RINALDO
 Sapete voi qual dote
 reccherà con tai nozze al suo consorte?
 NARDO
810Ancor nol so...
 RINALDO
                             Colpi, ferite e morte.
 NARDO
 Bagatelle, signor! E su qual banco
 investita sarà padrone mio?
 RINALDO
 Sul dorso vostro e il pagator son io.
 NARDO
 Buono. Si può sapere
815almen per cortesia
 perché vossignoria
 con generosità
 allo sposo vuol far tal carità?
 RINALDO
 Perché di don Tritemio
820amo anch’io la figliuola.
 NARDO
 Dite davver?
 RINALDO
                           Non mentono i miei pari...
 NARDO
 E i pari miei non sanno
 per pontiglio sposare il lor malanno.
 Ve la cedo signor per parte mia
825che già di donne non v’è carestia.
 RINALDO
 Ragionevole siete. A don Tritemio
 la cosa narrerò tutta com’è
 e se contrasta avrà da far con me.