Il filosofo di campagna, Vicenza, Bressan, 1767

 SCENA X
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 DON TRITEMIO
 Oh genero garbato!
735Alla sposa ha mandato
 questo ricco gioiello. (Mostra un gioiello)
 Prendilo Eugenia mia, guarda s’è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo, signore...
 DON TRITEMIO
                                          Ed io comando
 che tu prender lo debba; il ricusarlo
740sarebbe una insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prendo per obedienza.
 Ma... vi chiedo perdono,
 non mi piace, nol voglio; a te lo dono.
 LESBINA
 Grazie. (Lo prende)
 DON TRITEMIO
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Signor padrone,
745sentite una parola.
 (Se la vostra figliuola
 è meco generosa,
 lo fa perché di voi mi brama sposa). (Piano a don Tritemio)
 DON TRITEMIO
 (Lo crederò?) (A Lesbina)
 LESBINA
                             Signora
750non è ver che bramate
 che sposa io sia? Nel darmi queste gioie
 confessatelo pur, vostro pensiero
 non è che sposa sia Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 DON TRITEMIO
 E tu che dici? (A Lesbina)
 LESBINA
                             Io dico
755che se il destino amico
 seconderà il disegno
 le gioie accetto, accetterò l’impegno.
 
    Una donna come me
 non vi fu né vi sarà.
760Io son tutta amore e fé
 io son tutta carità.
 
    Domandate a chi lo sa
 sì che è vero ognun dirà.