Il filosofo di campagna, Vicenza, Bressan, 1767

 SCENA V
 
 DON TRITEMIO e RINALDO
 
 DON TRITEMIO
 La riverisco etcaetera.
 Vada signor notaro a farsi etcaetera.
 RINALDO
 Ei va per ordin mio
 a prender altri fogli, altri capitoli
620per provarvi di me lo stato e i titoli.
 DON TRITEMIO
 Sì sì, la vostra casa
 ricca, nobile, grande ognora fu.
 Credo quel che mi dite e ancora più.
 RINALDO
 Dunque di vostra figlia
625mi credete voi degno?
 DON TRITEMIO
                                           Anzi degnissimo.
 RINALDO
 Ben vi prendo in parola.
 DON TRITEMIO
 Chiamerò la figliuola.
 S’ella non fosse in caso
 del mio buon cor sarete persuaso.
 RINALDO
630Sì chiamatela pur; contento io sono;
 se da lei son escluso io vi perdono.
 DON TRITEMIO
 Bravo. Un di ragion si loda e stima.
 S’ella non puole, amici come prima.
 
    Io son di tutti amico,
635son vostro servitor.
 Un uomo di bon cor
 conoscete in me.
 
    La chiamo subito;
 verrà ma dubito.
640Sconvolta trovasi
 da un non so che;
 
    farò il possibile
 pel vostro merito.
 Che per i titoli,
645per i capitoli
 anche in preterito
 famoso egli è.