Il filosofo di campagna, Vicenza, Bressan, 1767

 Nobilissime dame e cavalieri amplissimi,
    esce di campagna il piacevole nostro filosofo, per venire alla città e presentarsi a voi, gentilissime dame, compitissimi cavalieri, desideroso già da molt’anni di lasciarsi rivedere e recarvi ancor nel presente carnovale trattenimento e sollazzo. Da le altre fiate, in cui ebbe l’onore di por il piede su queste scene e incontrar fortunato il pubblico e particolar gradimento, promettesi anche al presente dalla natia inalterabile gentilezza vostra ugual ventura e confida in voi trovare non dissimile benigna accoglienza. Eccolo adunque con tal fiducia esporsi ora pure lieto e sicuro ai pubblici sguardi; e tanto più ch’egli sen viene favorito dall’ombra possente dell’autorevole vostro patrocinio, onde in virtù de’ gloriosi auspici vostri più che de’ propri suoi meriti, a sé attraendo numeroso concorso di spettattori, e si consoli in veder non deluse le sue speranze e venga con ciò ad accrescere il coraggio anche al novello impressario, il quale altro maggiormente non desiderando che di affaticare incessantemente per il maggior vostro piacere, ambisce l’alto onore di farsi vie più sempre conoscere per quello che umilmente e sinceramente ora si protesta di vostre signorie illustrissime umilissimo divotissimo ossequiosissimo servitore.
 
    L’impressario