Il filosofo di campagna, Bruxelles, Boucherie, 1766

 SCENA V
 
 Campagna.
 
 NARDO sonando il chitarrinno, cantando, e poi RINALDO
 
 NARDO
 
    Amor se vuoi così,
375quel che tu vuoi farò.
 Io m’accompagnerò
 in pace e sanità
 ma la mia libertà
 perciò non perderò.
380Penare, signor no.
 Soffrir, gridare, oibò!
 
    Voglio cantare,
 voglio sonare,
 voglio godere
385fin che si può.
 
 RINALDO
 Galantuom siete voi
 quello che Nardo ha nome?
 NARDO
                                                    Signorsì.
 RINALDO
 Cerco appunto di voi.
 NARDO
                                          Eccomi qui.
 RINALDO
 Ditemi, è ver che voi
390aveste la parola
 da don Tritemio per la sua figliuola?
 NARDO
 Sì signore l’ho avuta;
 la ragazza ho veduta,
 mi piace il viso bello
395e le ho dato stamane ancor l’anello.
 RINALDO
 Sapete voi qual dote
 recherà con tai nozze al suo consorte?
 NARDO
 Ancor nol so...
 RINALDO
                             Colpi, ferite e morte.
 NARDO
 Bagattelle, signor! E su qual banco
400investita sarà, padrone mio?
 RINALDO
 Sul dorso vostro e il pagator son io.
 NARDO
 Buono, si può sapere
 almen per cortesia
 perché vossignoria
405con generosità
 allo sposo vuol far tal carità?
 RINALDO
 Perché di don Tritemio
 amo anch’io la figliuola,
 perché fu da lei stessa
410data la sua promessa a me di sposo;
 perché le siete voi troppo odioso.
 NARDO
 Dite da ver?
 RINALDO
                          Non mentono i miei pari.
 NARDO
 E i pari miei non sanno
 per puntiglio sposare il lor malanno.
415Se la figlia vi vuol, vi prenda pure,
 se mi burla e mi sprezza, io non ci penso.
 So anch’io colla ragion vincere il senso.
 Vi ringrazio d’avermi
 avvisato per tempo.
420Ve la cedo, signor, per parte mia,
 che già di donne non v’è carestia.
 RINALDO
 Ragionevole siete,
 giustamente dal popolo stimato;
 filosofo chiamato con ragione,
425superando sì presto la passione.
 Voi l’avete ceduta. A don Tritemio
 la cosa narrerò tutta com’è
 e se contrasta, avrà da far con me. (Parte)