Il filosofo di campagna, Treviso, Pianta, 1765

 SCENA II
 
 RINALDO e LA LENA
 
 RINALDO
1160Ninfa gentile, al vostro cor son grato.
 In braccio al mio contento
 per voi andrò... (In atto di partire)
 LA LENA
                                Fermatevi un momento.
 Se grato esser volete,
 qualche cosa potete
1165fare ancora per me.
 RINALDO
                                       Che non farei
 per chi fu sì pietosa a’ desir miei?
 LA LENA
 Son contadina, è vero.
 Ma ho massime civili e buona dote;
 son di Nardo nipote,
1170maritarmi vorrei con civiltà.
 Da voi, che siete un cavalier compito,
 secondo il genio mio spero un marito.
 RINALDO
 Ritrovar si potrà.
 LA LENA
                                  Ma fate presto;
 se troppo in casa resto
1175col zio, che poco pensa alla nipote,
 perdo e consumo invan la miglior dote.
 
    Se già mai sarò la sposa
 d’un signor che sia eccellente
 mi dirà tutta la gente:
1180«Illustrissima signora
 favorisca e venga qua».
 
    Io allor con gravità
 le dirò: «Sono obbligata»
 e così ben sussiegata
1185anderò per la città.