Il filosofo di campagna, Münster, Kördinck, 1764

 SCENA IV
 
 DONNA ALCEA, poi RINALDO e CAPOCHIO notaro
 
 DONNA ALCEA
 Se denaro vorrà, ghe ne darò,
 purché sicuro sia con fondamento
 e che almeno mi paghi il sei per cento.
580Ma che vedo? È colui
 che mi ha chiesto la figlia. Or che pretende?
 Col notaro che vuol? Che far intende?
 RINALDO
 Compatite signora...
 DONNA ALCEA
                                        La riverisco.
 RINALDO
 Compatite se ardisco
585replicarvi l’incommodo. Temendo
 che non siate di me ben persuaso,
 ho condotto il notaro,
 il qual patente e chiaro
 di me vi mostrerà
590titolo, parentele e facoltà.
 DONNA ALCEA
 (È ridicolo invero).
 CAPOCCHIO
                                      Ecco, signora,
 l’instrumento rogato
 d’un ricco marchesato.
 Ecco l’albero suo, da cui si vede,
595che per retto camino
 vien l’origine sua dal re Pipino.
 DONNA ALCEA
 Oh caperi! Che vedo?
 Questa è una cosa bella in verità.
 Ma della nobiltà, signor mio caro,
600come andiamo dal par con il denaro?
 RINALDO
 Mostrategli i poderi,
 mostrategli sinceri i fondamenti. (A Capocchio)
 CAPOCCHIO
 Questi sono istrumenti
 di comprede, di censi, di livelli,
605questi sono contratti buoni e belli. (Monstrando alcuni fogli a guisa d’istrumenti antichi)
 
    Nel Quattrocento
 sei possessioni,
 nel Cinquecento
 quattro valloni.
610Anno millesimo
 una duchea.
 Milletrentesimo
 una contea
 emit etcaetera.
 
615   Case e casoni,
 giurisdizioni,
 frutti annuali,
 censi e cambiali,
 sic etcaetera
620cum etcaetera.