Il filosofo di campagna, Münster, Kördinck, 1764

 SCENA III
 
 DONNA ALCEA, EUGENIA, poi LESBINA che torna
 
 EUGENIA
560(È molto s’io resisto). (Da sé)
 DONNA ALCEA
 Affé non ho mai visto
 una donna di te più scimunita,
 figlia che si marita
 suol esser lieta, al suo gioir condotta,
565e tu stai qui che pari una marmotta?
 EUGENIA
 Che volete ch’io dica?
 DONNA ALCEA
                                          Parla, taci,
 no me n’importa più,
 sposati e in avvenir pensaci tu.
 LESBINA
 Signora è un cavaliero
570col notar della villa in compagnia
 che brama riverir vossignoria.
 DONNA ALCEA
 Vengano. (Col notaro? (Da sé)
 Qualchedun che bisogno ha di denaro).
 LESBINA
 È Rinaldo, padrona. Io vi consiglio
575d’evitar il periglio. (Piano ad Eugenia)
 EUGENIA
                                      (Andiam Lesbina). (A Lesbina)
 Con licenza. (S’inchina a donna Alcea)
 DONNA ALCEA
                          Va’ pure.
 EUGENIA
                                             (Ah me meschina!) (Da sé e parte con Lesbina)