Il filosofo di campagna, Münster, Kördinck, 1764

 SCENA XII
 
 LA LENA e detti, poi LESBINA
 
 NARDO
 Che volete voi qui?
 LA LENA
                                      Con sua licenza,
 alla sposa vorrei far riverenza.
 DONNA ALCEA
430Ora la chiamerò.
 NARDO
 Concludiamo le nozze.
 DONNA ALCEA
                                           Io presto fo. (Parte)
 LA LENA
 Signor zio, com’è bella?
 NARDO
 La vedrai. È una stella.
 LA LENA
 È galante e graziosa?
 NARDO
435È galante, è gentile ed è amorosa.
 LA LENA
 Vi vorrà ben?
 NARDO
                            Si vede
 da un certo non so che
 che l’ha la madre sua fatta per me.
 Appena ci siam visti,
440un incognito amor di simpatia
 ha messo i nostri cuori in allegria.
 
    Son pien di giubilo,
 ridente ho l’animo,
 nel sen mi palpita
445brillante il cor.
 
 LA LENA
 
    Il vostro giubilo
 nelle mie viscere
 risveglia ed agita
 novello ardor.
 
 LESBINA
 
450   Sposino amabile, (Esce da una camera)
 per voi son misera;
 mi sento mordere
 dal dio d’amor.
 
 NARDO
 
    Vieni al mio seno,
455sposina mia.
 
 LA LENA
 
 Signora zia,
 a voi m’inchino.
 
 A TRE
 
 Dolce destino,
 felice amor!
 
 LESBINA
 
460   Parto, parto; oh che terrore.
 
 NARDO
 
 Perché parti?
 
 LESBINA
 
                            Il mio rossore
 non mi lascia restar qui. (Entra nella camera di dove è venuta)
 
 NARDO
 
    Vergognosetta
 la poveretta
465se ne fuggì.
 
 LA LENA
 
    Se fossi in lei,
 non fuggirei
 chi mi ferì.
 
 DONNA ALCEA
 
    La ricerco e non la trovo.
470Oh che smania in sen io provo!
 Dove, diavolo, sarà?
 
 NARDO, LA LENA
 
 Ah ah ah. (Ridono)
 
 DONNA ALCEA
 
    L’ho cercata su e giù;
 l’ho cercata qua e là.
 
 NARDO, LA LENA
 
475Ah ah ah. (Ridono)
 
 DONNA ALCEA
 
 Voi ridete? Come va?
 
 NARDO
 
 Fin adesso è stata qua.
 
 DONNA ALCEA
 
 Dov’è andata?
 
 LA LENA
 
                             È andata là. (Accena ov’è entrata)
 
 DONNA ALCEA
 
 Quando è là, la troverò.
480E con me la condurrò. (Entra in quella camera)
 
 NARDO
 
    Superar la genitrice
 potrà ben il suo rossor.
 
 LA LENA
 
 Non è tanto vergognoso
 il suo core collo sposo.
 
 A DUE
 
485Si confonde nel suo petto
 il rispetto col amor.
 
 LESBINA
 
    Presto, presto, sposo bello,
 via porgetemi l’anello,
 che la sposa allor sarò.
 
 LA LENA
 
490Questa cosa far si può.
 
 NARDO
 
 Ecco, ecco, ve lo do. (Le dà un anello)
 
 LESBINA
 
    Vien la madre, vado via.
 
 NARDO
 
 Ma perché tal ritrosia?
 
 LESBINA
 
 Il motivo non lo so.
 
 LA LENA
 
495Dallo sposo non fuggire.
 
 LESBINA
 
 Compatite, tornerò. (Torna nella camera di prima)
 
 NARDO, LA LENA
 
    Caso raro e caso bello!
 Una sposa coll’anello
 ha rossor del genitor.
 
 DONNA ALCEA
 
500   Non la trovo.
 
 NARDO, LA LENA
 
                              Ah ah ah. (Ridendo)
 
 DONNA ALCEA
 
 Voi ridete?
 
 NARDO, LA LENA
 
                        È stata qua.
 
 LA LENA
 
 Collo sposo ha favellato.
 
 NARDO
 
 E l’anello già le ha dato.
 
 DONNA ALCEA
 
 Alla figlia?
 
 NARDO, LA LENA
 
                       Signorsì.
 
 DONNA ALCEA
 
505Alla sposa?
 
 NARDO, LA LENA
 
                        Messersì.
 
 DONNA ALCEA
 
    Quel ch’è fatto fatto sia.
 
 A TRE
 
 Stiamo dunque in allegria,
 che la sposa vergognosa,
 alla fin si cangierà;
510e l’amore nel suo core
 con piacer trionferà.
 
 Fine dell’atto primo