Il filosofo di campagna, Münster, Kördinck, 1764

 SCENA IX
 
 LESBINA e detti
 
 LESBINA
 V’è chi cerca di voi, signoria mia. (Ad Eugenia)
 RINALDO
 La genitrice?
 LESBINA
                           Oibò. Sta la padrona
335col suo fattore e contano denari
 né si spiccia sì presto in tali affari.
 RINALDO
 Dunque chi è che la dimanda?
 LESBINA
                                                          Bravo!
 Voi pur siete curioso?
 Chi la cerca, signore, è il di lei sposo.
 RINALDO
340Come?
 LESBINA
                 È giunto
 adesso, in questo punto,
 forte, lesto e gagliardo,
 il bellissimo Nardo. E vostra madre
 ha detto, ha comandato
345che gli dobbiate far buona accoglianza,
 se non per genio, almen per obbedienza.
 EUGENIA
 Misera! Che farò?
 RINALDO
                                    Coraggio avrete
 di lasciar chi v’adora?
 EUGENIA
                                           È ver, son figlia
 ma sono amante ancor. Chi mi consiglia?
 LESBINA
350Ambi pietà mi fate;
 a me condur lasciate la facenda.
 Ritiratevi presto.
 EUGENIA
                                  Vado. (In atto di partire)
 RINALDO
                                               Anch’io. (In atto di seguire Eugenia)
 LESBINA
 Con grazia, padron mio,
 ritiratevi, sì, questo mi preme;
355ma non andate a ritirarvi insieme.
 Voi di qua; voi di là; così va bene.
 EUGENIA
 Soffrite, idolo mio.
 RINALDO
                                     Soffrir conviene. (Partono)