Il filosofo di campagna, Münster, Kördinck, 1764

 SCENA VIII
 
 Salotto in casa di donna Alcea con varie porte.
 
 EUGENIA e RINALDO
 
 EUGENIA
320Deh se mi amate, o caro,
 ite lontan da queste soglie. Il padre!
 Temo che ci sorprenda o la mia madre.
 RINALDO
 Dei vostri genitori
 il sovverchio rigor vi vuole oppressa.
325Deh pensate a voi stessa.
 EUGENIA
                                                Ai numi il giuro,
 non sarò d’altri, se di voi non sono;
 ah se il mio cuor vi dono
 per or vi basti e non vogliate, ingrato,
 render lo stato mio più sventurato.
 RINALDO
330Gradisco il vostro cor ma della mano
 il possesso mi cale...
 EUGENIA
                                       Oimè! Chi viene?
 RINALDO
 Non temete, Lesbina.
 EUGENIA
                                          Io vivo in pene.