Il filosofo di campagna, Münster, Kördinck, 1764

 Altezza eminentissima elettorale,
    quel ardentissimo desiderio che ho sempre mai nudrito di far palese al mondo tutto l’innalterabile e dovuta mia venerazione per questa elettorale corte ho avuta la bella sorte di dimostrarlo in quest’occasione che godo l’alto onore di servire all’altezza vostra eminentissima elettorale e con l’abbandono dell’Italia ed altre corti della Germania, essendo stimato il vostro merito o gran principe incomparabile per tutti i titoli da chiunque e con parziale distinctione da me.
    È tale e tanta la clemenza ed umiltà di vostra altezza eminentissima elettorale verso chiunque che mi fa coraggio (contro ogni mia voglia) d’esporre sopra questo teatro alla vista d’un principe di tanto merito ed intelligenza uno spettacolo (abbenché non intieramente completto) e per retta consequenza non degno della presenza dell’altezza vostra emimentissima elettorale.
    Un vostro commando mi fa ubbidire. Eccolo adunque che ve lo presento e pongo sotto la souvranna vostra protezzione, per essere (ancor che immeritevole) protetto dalla souvranna autorità e padronanza di vostra altezza eminentissima elettorale, mediante la qual protezzione spero di diffenderlo da quella tassa temo abbia (per sola mia mancanza) a meritarsi da questo abenché grazioso auditorio.
    Non altro a me s’aspetta che supplicare genuflesso l’altezza vostra eminentissima elettorale d’un generoso perdono e compatimento a’ mie mancanze promettendo ed assicurando vostra altezza eminentissima elettorale che in avenire averò l’onore d’esporre al vostro gran merito opere più degne della vostra approvazione, a’ piedi di cui con profondissimo osequio mi fo l’onore di dichiararmi di vostra altezza eminentissima elettorale umilissimo, devotissimo, obsequiosissimo servitore.
 
    Angelo Mingotti, direttore dell’opere italiane