Il filosofo di campagna, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA XIII
 
 NARDO, CAPOCCHIA e detta
 
 NARDO
 Lesbina, eccoci qui, se don Tritemio
 ch’ha mandati a chiamar perché vi sposi,
 lo farò volentier ma non vorrei
1030che mi nascesse qualche parapiglia,
 qualche imbroglio novel tra serva e figlia.
 LESBINA
 La cosa è accomodata
 e la figlia sposata
 sarà col cavalier che voi sapete
1035ed io vostra sarò, se mi volete.
 NARDO
 Don Tritemio dov’è?
 LESBINA
                                         Verrà a momenti.
 Signor notaro, intanto
 prepari bello e fatto
 per un paio di nozze il suo contratto.
 CAPOCCHIA
1040Come? Un contratto solo
 per doppie nozze? Ohibò;
 due contratti farò, se piace a lei,
 che non vuo’ dimezzar gli utili miei.
 LESBINA
 Ma facendone un solo,
1045avrete doppia paga.
 CAPOCCHIA
 Quand’è così, questa ragion m’appaga.
 NARDO
 Mi piace questa gente,
 della ragione amica,
 ch’ama il guadagno ed odia la fatica.
 LESBINA
1050Presto dunque, signore,
 fin che viene il padrone
 a scriver principiate.
 CAPOCCHIA
 Bene, principierò;
 ma che ho da far?
 LESBINA
                                    Scrivete, io detterò.
 CAPOCCHIA
 
1055   In questo giorno etcaetera,
 dell’anno mille etcaetera,
 promettono, si sposano,
 i nomi quali son? (A Lesbina)
 
 LESBINA
 
 I nomi sono questi...
1060(Ohimè, viene il padron).