Il filosofo di campagna, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA XI
 
 LENA, EURILLA e detti
 
 LENA
 Signor zio, che cosa fate? Lontano
875discacciate colei
 che a ingannarvi s’impegna;
 d’essere vostra sposa non è degna.
 EURILLA
 Cacciatela lontan, mentre non merta
 che voi prestiate fede a’ detti suoi;
880che già v’inganni lo vedete voi.
 LESBINA
 (Qualche imbroglio novello!)
 NARDO
                                                       Ha forse altrui
 data la fé di sposa?
 LENA
                                      Eh, signor no;
 quel ch’io dico lo so per cosa vera,
 ella di don Tritemio è cameriera.
 LESBINA
885(Ah, maledetta).
 EURILLA
                                 È vero, è vero.
 Con quest’arte, padron, lei si lusinga
 comprare il vostro core.
 NARDO
 (Puol darsi ch’ella finga).
 È ver quel ch’ella dice? (A Lesbina)
 LESBINA
890Ah misera infelice!
 Compatite se tanto
 amor mi rese ardita.
 Finsi il grado, egli è ver, perché v’adoro;
 per voi languisco e moro;
895confesso il mio fallire.
 Ma voglio essere vostra o pur morire.
 NARDO
 (Poverina!)
 LENA
                         Vi pare
 che convenga sposare
 a un uomo come voi femmina tale?
 NARDO
900Non ci vedo alcun male;
 per me nel vostro sesso
 serva o padrona sia, tutto è l’istesso.
 EURILLA
 Padron mio, vi vuo’ dir una cosa;
 vi mancano partiti
905per satollar l’insaziabil amore?
 Io invece di lei vi dono il core.
 LESBINA
 Deh per pietà donate
 perdono all’error mio.
 NARDO
 Se mi amate di cor, v’adoro anch’io.
910Per me sostengo e dico,
 ed ho la mia ragione,
 che sia la condizione un accidente.
 Sposar una servente,
 che cosa importa a me, s’è bella e buona?
915Peggio assai s’è cattiva la padrona.
 
    Il mio nonno mi diceva
 un racconto molto bello:
 «Nardo caro, sta’ in cervello,
 se tu moglie dei pigliar».
 
920   Primo capite.
 «Bada ben che non sia nobile,
 che ti puoi precipitar,
 perché vonno i cicisbei
 la signora corteggiar».
 
925   Secondo capite.
 «Se la prendi un poco bella,
 li dei far la sentinella,
 a cagion de’ cascamorti
 che corteggio li von far».
 
930   Terzo capite.
 «Se corregger vuoi costei,
 fuor di qui fuggir tu dei
 e duecento bastonate
 le potrai allor contar».
 
935   Quinto capite.
 Nel quarto e quinto capite,
 parlando da filosofo,
 con ragion sottilissime,
 pigliate d’Aristotile
940nel capo settuagesimo,
 al libro Naturalibus,
 parlando delle femmine,
 de matrimonialibus,
 che debbano sempr’essere
945de paribus cum paribus.
 E questo è un gran capitolo,
 che se si fa il contrario
 tra l’uomo e tra la femmina
 discordia vi sarà. (Via)
 
 LENA
950Mio zio ricco sfondato
 non si puole scordar che vile è nato.
 EURILLA
 La gatta ben vestita fa così,
 stringe il busto e con aria si contorce,
 poi si scorda del lusso e prende il sorce.
 LESBINA
955Signora, mi rincresce
 ch’ella serva sarà e lei nipote
 d’una senza natali e senza dote.
 LENA
 Certo che il zio poteva
 maritarsi con miglior proprietà.
 EURILLA
960Se si fa il matrimonio in verità,
 signora, non vi servo più;
 son giovane di buon core ed amorosa;
 ma questa volta
 senza serva sarà, signora sposa.
 
965   Una donna come me
 non vi fu né vi sarà.
 
    Io son tutta amore e fé,
 io son tutta carità. (Via)
 
 LESBINA
 Che nella nobiltà
970resti pregiudicata,
 certo, è un peccato. Imparentarmi
 arrossire dovrei
 con una contadina come lei.
 LENA
 Son contadina, è vero,
975ma d’accasarmi spero
 con un uomo civil, poiché del pari
 talor di nobiltà vanno i danari.
 LESBINA
 Udita ho una novella
 d’un somar che solea
980con pelle di leone andar coperto;
 ma poi dal suo ragghiar l’hanno scoperto.
 Così voi vi coprite
 talor con i danari
 ma siete nel parlar sempre somari. (Via)
 LENA
985Se fosse in casa mia
 questa signora zia, confesso il vero,
 non mi starei con essa un giorno intero.
 
    Son fanciulla da marito
 e lo voglio, già si sa;
990son graziosa, spiritosa,
 tutta piena di bontà.
 
    Se ritrovo un giovinetto,
 spiritoso e graziosetto,
 voglio godermela,
995voglio spassarmela,
 vuo’ divertirmela
 fin che si può.