Il filosofo di campagna, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA VII
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 DON TRITEMIO
 Oh genero garbato!
 Alla sposa ha donato
740questo ricco gioiello;
 prendi Eugenia e guardalo s’è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo, signore.
 DON TRITEMIO
                                        Ed io comando
 che tu prender lo debba; ricusarlo
 sarebbe un’insolenza.
 EUGENIA
745Dunque lo prenderò per ubbidienza
 ma, vi chiedo perdono,
 non mi piace, nol voglio, a te lo dono.
 LESBINA
 Grazie.
 DON TRITEMIO
                 Rendilo a me.
 LESBINA
                                             Signor padrone,
 sentite una parola;
750se la vostra figliuola
 è meco generosa,
 lo fa perché di voi mi brama sposa.
 DON TRITEMIO
 Lo crederò.
 LESBINA
                        Signora,
 non è ver che bramate
755che sposa sia? Nel darmi queste gioie
 confessatelo pur, vostro pensiere
 non è che sposa sia Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 DON TRITEMIO
 E tu che dici?
 LESBINA
                            Io dico che il destino
 amico ne seconderà il disegno.
760Le gioie accetto e accetterò l’impegno.
 
    Una ragazza
 che non è pazza
 la sua fortuna
 sprezzar non sa.
 
765   Voi lo sapete,
 voi m’intendete;
 questo mio core
 si scoprirà.
 
    Anche l’agnella,
770la tortorella
 il suo compagno
 cercando va. (Via)
 
 DON TRITEMIO
 Dunque, già che lo sai,
 oggi darai la man. S’ha da finire;
775se sei pazza, non vuo’ teco impazzire.
 EUGENIA
 Pazza a ragion mi chiama
 il genitor crudele,
 se in faccia al mio fedele, al mio diletto,
 ho tradito l’affetto,
780per celar follemente in sen l’arcano;
 ed or mi lagno? Ed or sospiro invano?
 
    Misera a tante pene
 come resisto, oh dio?
 Il crudo affanno mio
785ah, tollerar non so.