Il filosofo di campagna, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA V
 
 DON TRITEMIO, EUGENIA e detto
 
 DON TRITEMIO
 Eccola qui, vedete se son io
 un galantuomo.
 RINALDO
                                Ognor tal vi credei,
 benché foste nemico a’ desir miei.
 DON TRITEMIO
 Eugenia, quel signore
675ti vorrebbe in isposa; tu che dici?
 EUGENIA
 Tra le donne felici
 la più lieta sarò, padre amoroso,
 se Rinaldo che adoro avrò in isposo.
 DON TRITEMIO
 A voi, prendetela... bel bello,
680che nel dito d’Eugenia evvi un anello.
 Ora che mi ricordo,
 Nardo con quell’anello la sposò
 e due volte sposarla non si può.
 RINALDO
 Come?
 DON TRITEMIO
                 Non è così?
 EUGENIA
                                        Sposa non sono.
 DON TRITEMIO
685Ma se l’anello in dono
 prendesti già delle tue nozze in segno,
 non si può, figlia mia, scioglier l’impegno.
 Voi che dite, signor?
 RINALDO
                                        Dico che tutti
 perfidi m’ingannate,
690che di me vi burlate e che son io
 bersaglio del destin barbaro e rio.
 DON TRITEMIO
 La colpa non è mia.
 EUGENIA
                                      (Tacer non posso).
 Udite, svelar deggio
 un arcan onde ingannato...