Il filosofo di campagna, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA IX
 
 LESBINA e detti
 
 LESBINA
 V’è chi cerca di voi, signora mia.
 EUGENIA
 Il genitore?
 LESBINA
                         Ohibò, sta il mio padrone
385col suo fattore e contano danari
 né si spiccian sì presto in tali affari.
 RINALDO
 Dunque chi la domanda?
 LESBINA
                                                 Bravo, bravo.
 Voi pur siete curioso.
 Chi la cerca signor? È il di lei sposo.
 RINALDO
390Come?
 EUGENIA
                 Che dici?
 LESBINA
                                     È giunto
 adesso, in questo punto,
 forte, lesto e gagliardo
 il bellissimo Nardo e il padre vostro
 ha detto e comandato
395che gli dobbiate far buona accoglienza,
 se non per genio, almen per ubbidenza.
 EUGENIA
 Misera! Che farò?
 RINALDO
                                    Coraggio avrete
 di tradir chi vi adora?
 EUGENIA
                                           È ver, son figlia.
 Ma sono amante ancor. Chi mi consiglia?
 LESBINA
400Ambi pietà mi fate;
 a me condur lasciate la facenda.
 EUGENIA
 Vado. (In atto di partire unitamente)
 RINALDO
               Anch’io.
 LESBINA
                                 Con grazia padron mio, (Li divide)
 ritiratevi sì, questo mi preme,
 ma non andate a ritirarvi insieme.
405Voi di qua, (Ad Eugenia) voi di là. (A Rinaldo) Così va bene.
 EUGENIA
 Soffrite, idolo mio. (Parte)
 RINALDO
                                      Soffrir conviene. (Parte per altra via)
 LESBINA
 Cappari! S’attaccava
 prestamente al partito;
 prestamente volea far da marito.
410Ecco il ricco villano;
 ora son nell’impegno,
 tutta l’arte vi vuol, tutto l’ingegno.