Il filosofo di campagna, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA V
 
 LENA e detto
 
 LENA
 (Eccolo qui, la vanga
 è tutto il suo diletto).
230Se foste un poveretto,
 compatir vi vorrei; ma siete ricco;
 avete dei poderi e dei contanti;
 la fatica lasciate ai lavoranti.
 NARDO
 Cara nipote mia,
235piuttosto che parlar come una sciocca,
 fareste meglio a maneggiar la rocca.
 LENA
 Colla rocca, col fuso e coi famigli
 stanca son d’annoiarmi.
 Voi dovreste pensare a maritarmi.
 NARDO
240Sì, volentieri, presto
 comparisca un marito. Eccolo qui. (Viene Mingone)
 Vuoi sposar mia nipote? Signorsì?
 Eccolo, io ve lo do.
 Lo volete? Vi piace?
 LENA
                                       Signor no.
 NARDO
245Va’ a veder se passasse
 a caso per la strada
 qualche affamato con parrucca e spada. (Mingone ride)
 Vedi? Ride Mingone e ti corbella.
 Povera vanarella!
250Tu sposaresti un conte ed un marchese
 perché in meno d’un mese,
 strapazzata la dote e la fanciulla,
 la nobiltà ti riducesse al nulla.
 LENA
 Io non voglio un signor né contadino.
255Mi basta un cittadino
 che stia bene.
 NARDO
                            Di che?
 LENA
                                             Ch’abbia un’entrata,
 qual a mediocre stato si conviene,
 che sia discreto e che mi voglia bene.
 NARDO
 Lena, pretendi assai,
260se lo brami così, nol troverai.
 Per lo più i cittadini
 hanno pochi quatrini e troppe voglie
 e non curano molto amar la moglie.
 Per pratica comune
265nelle cittadi usata,
 è maggiore l’uscita dell’entrata.
 LENA
 Il signor don Tritemio
 è cittadino, e pur
 così non usa.
 NARDO
                           È vero,
270ma... in villa se ne sta,
 perché nella città vede il pericolo
 d’esser vizioso e diventar ridicolo.
 LENA
 Della figliuola sua
 v’ha proposto le nozze, io ben lo so.
 NARDO
275Ed io la sposerò,
 perché la dote e il padre suo mi piace,
 con patto che non sia
 gonfia di vento e piena d’albagia.
 LENA
 L’avete ancor veduta?
 NARDO
280Ieri solo è venuta,
 oggi la rivedrò.
 LENA
                               Dunque chi sa
 s’ella vi piacerà?
 NARDO
                                 Basta non abbia
 visibili magagne,
 sono le donne poi tutte compagne.
 LENA
285Ammogliatevi presto signor zio;
 ma voglio poscia maritarmi anch’io.
 
    Di questa poverella
 abbiate carità.
 Io sono un’orfanella
290che madre più non ha.
 Voi siete il babbo mio,
 vedete, caro zio,
 ch’io sono nell’età.
 
    La vostra nipotina
295vorrebbe poverina...
 Sapete?... M’intendete...
 Muovetevi a pietà. (Via)