Il filosofo di campagna, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA IV
 
 NARDO e villani
 
 Campagna con ordegni villaneschi per coltivar le terre.
 
 NARDO
 
    Al lavoro, alla campagna,
 poi si gode, poi si magna
 con diletto e libertà.
 
205   Oh che pane delicato!
 se da noi fu coltivato.
 Presto, presto a lavorare,
 a putare, a seminare,
 e da poi si mangierà
210e del vin si beverà. (Partono i villani)
 
 Vanga mia benedetta, mio diletto,
 mio conforto felice e mio sostegno,
 tu sei lo scettro e questi campi il regno.
 Quivi regnò mio padre,
215l’avolo, il bisavolo ed il tritavolo
 e fur sudditi lor la zucca e ’l cavolo.
 Nelle città famose
 ogni generazion si cambia in stato;
 se il padre ha accumulato
220con fatica, con arte e con periglio,
 distrugge i beni suoi prodigo il figlio.
 Qui, dove non li tiene
 il lusso, l’ambizion, la gola oppressi,
 sono gli uomini ognor sempre l’istessi.
225Non cambierei, lo giuro,
 col piacer delle feste e de’ teatri
 zappe, trebbie, rastei, vanghe ed aratri.