Il filosofo di campagna, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA III
 
 RINALDO e detto
 
 RINALDO
145(Ecco della mia bella
 il genitor felice).
 DON TRITEMIO
 Per la villa si dice
 che Nardo ha un buono stato
 e da tutti il filosofo è chiamato.
 RINALDO
150(Sorte non mi tradir). Signor.
 DON TRITEMIO
                                                         Padrone.
 RINALDO
 Se lei mi permettesse,
 le direi due parole.
 DON TRITEMIO
 Anche quattro ne ascolto e più, se vuole.
 RINALDO
 Non so se mi conosca.
 DON TRITEMIO
                                          No, mi pare.
 RINALDO
155Di me si può informar;
 son cavaliere e sono i beni miei
 vicino a’ suoi.
 DON TRITEMIO
                            Mi rallegro con lei.
 RINALDO
 Ella ha una figlia?
 DON TRITEMIO
                                    Sì signore.
 RINALDO
                                                          Dirò...
 Se fossi degno... Troppo ardire è questo
160ma mi sprona l’amore...
 DON TRITEMIO
                                              Intendo il resto.
 RINALDO
 Dunque signor...
 DON TRITEMIO
                                  Dunque, signor mio caro,
 per venire alle corte, vi dirò...
 RINALDO
 M’accordate la figlia?
 DON TRITEMIO
                                          Signor no.
 RINALDO
 Ah, mi sento morir.
 DON TRITEMIO
                                       Per cortesia,
165non venite a morire in casa mia.
 RINALDO
 Ma perché sì aspramente
 mi togliete alla prima ogni speranza?
 DON TRITEMIO
 Lusingarvi sarebbe un’increanza.
 RINALDO
 Son cavalier.
 DON TRITEMIO
                           Benissimo.
 RINALDO
                                                  Di beni
170ricco son quanto voi.
 DON TRITEMIO
                                        Son persuaso.
 RINALDO
 Il mio stato, i miei feudi,
 le parentele mie vi mostrerò...
 DON TRITEMIO
 Credo tutto.
 RINALDO
                         Che speri?
 DON TRITEMIO
                                               Signor no.
 RINALDO
 Ma la ragione almeno
175dite perché né men si vuol ch’io speri.
 DON TRITEMIO
 La ragion?
 RINALDO
                       Vuo’ saperne...
 DON TRITEMIO
                                                    Volentieri.
 
    La mia ragione è questa,
 mi par ragione onesta;
 la figlia mi chiedeste
180e la ragion vorreste;
 la mia ragion sta qui;
 non posso dir di sì,
 perché vuo’ dir di no;
 
    se non vi basta ancora,
185un’altra ne dirò;
 rispondo: «Signor no.
 Perché la vuo’ così»
 e son padron di dirlo;
 la mia ragion sta qui.
 
 RINALDO
190Sciocca ragion indegna
 d’anima vil! Dell’onestà nemica!
 Ma non vuo’ che si dica
 ch’io soffro un tale insulto,
 ch’io debba andar villanamente inulto.
195O Eugenia sarà mia
 o tu padre inumano
 ti pentirai del tuo costume insano.
 
    Taci amor nel seno mio,
 finché parla il giusto sdegno;
200o prendete ambi l’impegno
 i miei torti a vendicar.