Il filosofo di campagna, Dublino, Reilly, 1762 (Il tutore burlato)

 SCENA VI
 
 DON TRITEMIO e detta, poi CAPOCCHIO e RINALDO
 
 DON TRITEMIO
 Lesbina, ecco il notaro.
 LESBINA
                                            Oh dio! Che pena?
 CAPOCCHIO
 Che cosa s’ha da fare?
 DON TRITEMIO
375Del nostro matrimonio una scrittura.
 LESBINA
 Ma la mia carta dotale dove sta?
 DON TRITEMIO
 Nel scrigno mio serrata
 ma a prenderla or vado.
 LESBINA
 S’ingannarlo potrò sarò contenta.
 RINALDO
380Eccomi qua Lesbina.
 LESBINA
 A tempo pur giungesti.
 RINALDO
 A noi signor notaro cominciate.
 CAPOCCHIO
 Subito ma il regalo preparate.
 
    In questo giorno, etcaetera,
385dell’anno mille, etcaetera
 promettono, si sposano...
 I nomi quali son?
 
 LESBINA
 
 I nomi son questi,
 oimè, vien il tutor!
390Andate presto là. (Rinaldo si retira)
 
 DON TRITEMIO
 Ehi! Lesbina.
 LESBINA
                            Signore.
 DON TRITEMIO
 La carta non ritrovo,
 sai tu dov’ella sia?
 LESBINA
                                    No certamente.
 DON TRITEMIO
 Tornerò a ricercarla immantinente,
395aspettate un momento signor notaro.
 LESBINA
 Intanto lo faccio principiare, io detto
 e lui scrive.
 DON TRITEMIO
                        Benissimo.
 LESBINA
 Presto signor notar, via seguitate.
 RINALDO
 Terminiamo l’affare.
 CAPOCCHIO
                                         Scrivo, dettate.
 
400   In questo giorno, etcaetera,
 dell’anno mille, etcaetera
 promettono, si sposano...
 I nomi quali son?
 
 LESBINA
 
 I nomi son questi,
405Lesbina con Rinaldo
 dei conti di Pancaldo.
 
 RINALDO
 
 Uniti ambi saranno
 in questo giorno et anno,
 promettono... si sposano...
 
 CAPOCCHIO
 
410La dote qual sarà?
 
 RINALDO
 
    La dote di Lesbina
 saranno mille scudi.
 
 CAPOCCHIO
 
 Lesbina mille scudi,
 pro dote cum etcaetera.
415Lesbina quanto avrà?
 
 RINALDO
 
 Scrivete; di Lesbina
 la dote eccola qua,
 
    due mani ben leste
 che tutto san far.
420Scrivete; duemila
 si pon calcolar.
 
    Un occhio modesto;
 un animo onesto;
 scrivete; seimila
425li voglio apprezzar.
 
 LESBINA
 
    Scrivete; una lingua
 che sa ben parlar.
 
 RINALDO
 
 Fermate; cassate;
 tremila per questo
430ne voglio levar.
 
 CAPOCCHIO
 
    Duemila, seimila,
 battuti tremila,
 saran cinquemila;
 ma dite di che?
 
 LESBINA, RINALDO A DUE
 
435Contenti ed affetti,
 diletti per me.
 
 A TRE
 
    Ciascuno lo crede,
 ciascuno lo vede
 che dote di quella
440più bella non v’è.
 
 DON TRITEMIO
 
    Corpo di satanasso!
 Cieli! Son disperato!
 Ah! M’hanno assassinato,
 arde di sdegno il cor.
 
 LESBINA, RINALDO A DUE
 
445   Il contratto è bell’e fatto.
 
 CAPOCCHIO
 
 Senta, senta, mio signore.
 
 DON TRITEMIO
 
    Perfida donna ingrata,
 dov’è la fé giurata.
 Empio Rinaldo, indegno,
450perfido traditor!
 
 CAPOCCHIO
 
    Senta, senta, mio signor.
 
 DON TRITEMIO
 
 Sospendete; non sapete?
 Me l’ha fatta il traditor.
 
 RINALDO
 
    Cosa dice?
 
 DON TRITEMIO
 
                          Non lo so!
 
 LESBINA
 
455Sottoscriva.
 
 DON TRITEMIO
 
                         Signor no.
 
 TUTTI
 
    Oh! che caso, oh! che avventura.
 Si sospenda la scrittura,
 che da poi si finirà.
 
 LESBINA, RINALDO A DUE
 
    Il tutore è già restato.
 
 DON TRITEMIO
 
460Me meschino! Son restato
 freddo, freddo, sconsolato.
 
 A TRE
 
                        dal piacere
 E il mio core
                        dal dolore
                        giubilar.
 sento in petto
                        palpitar.
 
 Fine del secondo atto