Il filosofo di campagna, Dublino, Reilly, 1762 (Il tutore burlato)

 SCENA II
 
 RINALDO, poi LESBINA, indi LISETTA frettolosa
 
 RINALDO
 Rinaldo, e che risolvi?
 Seguirai a soffrir tanto rigore.
 LESBINA
 Deh se mi amate o caro
 ite lontan da queste soglie, oh dio!
290Temo che vi sorprenda il tutor mio.
 RINALDO
 Il suo rigor troppo vi vuole oppressa,
 deh pensate a voi stessa.
 LESBINA
                                               Ai numi il giuro
 non sarò d’altri, se di voi non sono,
 per or vi basti aver il cuore in dono.
 RINALDO
295Gradisco il vostro core.
 LISETTA
 Ritiratevi presto mio signore.
 RINALDO
 Perché? Che v’è di nuovo?
 LISETTA
 Or or verrà il notaro.
 RINALDO
                                         Ed a che fare?
 LISETTA
 Don Tritemio l’ha mandato a chiamare,
300perché vuole adrittura
 tra lui e Lesbina fare una scrittura.
 RINALDO
 A tempo m’avvisasti.
 LESBINA
                                         E perché?
 RINALDO
 Prevenirò il notaro,
 per ingannar costui senza riparo.
 
305   Caro amor, tu vedi appieno
 quale ardor mi accende il seno,
 tu proteggi, tu difendi
 così bella fedeltà.
 
    Idol mio, mio caro bene,
310avran fine le tue pene;
 spero sì che goderai
 la bramata libertà.
 
    Quando un cor si trova unito
 alla fede e alla costanza,
315sempre avrà qualche speranza
 di goder la sua beltà.