Il filosofo di campagna, Dublino, Reilly, 1762 (Il tutore burlato)

 SCENA VII
 
 DON TRITEMIO, RINALDO e poi LESBINA
 
 DON TRITEMIO
 La riverisco etcaetera, vada,
 vada signor notaro, a farsi etcaetera.
 RINALDO
 Di Lesbina mi crede dunque degno?
 DON TRITEMIO
 Degnissimo,
225se vi vorrà Lesbina, io son contento.
 RINALDO
 Io vi prendo in parola.
 DON TRITEMIO
 Ben chiamerò la figliola. Ehi Lesbina?
 LESBINA
 Eccomi, che comanda?
 DON TRITEMIO
 Sentimi, quel signore
230ti vorrebbe in isposa, tu che dici?
 LESBINA
 Tra le donne felici
 la più lieta sarò, padre amoroso,
 se Rinaldo che adoro avrò per sposo.
 DON TRITEMIO
 Oh! Che parlare è questo?
 RINALDO
235Udiste? A richiamar vado il notaro.
 DON TRITEMIO
 No no, lei non s’incommodi. Ingrata!
 E tu così rispondi?
 LESBINA
 Senta... Io per me...
 DON TRITEMIO
                                       Non voglio più sentire,
 oggi vuo’ la tua man, s’ha da finire.
 LESBINA
 
240   E voi, vi contentate
 vedermi sì languire?
 Né può questo mio pianto
 per movervi a pietà?
 
 DON TRITEMIO
 
    Qual rospo alle sassate
245tu mi vedrai indurire;
 vi vuol altro che pianto,
 per movermi a pietà.
 
 LESBINA
 
    Ah cielo e che tormento!
 Oimè, il core, oimè!
250Io già ne vengo men.
 
 DON TRITEMIO
 
    Intenerir mi sento.
 Oimè... il core... oimè!
 Il pianto già mi vien.
 
 A DUE
 
    Ma no! Risoluzione.
 
 LESBINA
 
255Per farvi sazio appieno,
 or ora da un balcone
 io giù mi butterò.
 
 DON TRITEMIO
 
    Alla buonora, buttati.
 
 LESBINA
 
 A un pozzo d’aqua pieno
260ad affogarmi andrò.
 
 DON TRITEMIO
 
    Su buon viaggio, affogati.
 
 LESBINA
 
 Colle mie mani proprie,
 sì che mi scannerò.
 
 DON TRITEMIO
 
    Tu te ne vai in chiacchiare;
265fa’ presto, presto, scannati.
 
 LESBINA
 
 Ma quest’è un’empietà.
 
 DON TRITEMIO
 
 Per te finita è già.
 
 Fine dell’atto primo