Il filosofo di campagna, Dublino, Reilly, 1762 (Il tutore burlato)

 SCENA V
 
 LESBINA, poi DON TRITEMIO
 
 LESBINA
 Pensar devo a me stessa, ai numi il giuro,
 non sarò d’altri, se non ho Rinaldo.
 Ecco che vien Tritemio.
 DON TRITEMIO
155Chi è qui?
 LESBINA
                       Non ci vedete?
 Per ora ci sono io.
 DON TRITEMIO
                                   Cara Lesbina
 oggi sarai mia sposa;
 è ormai tempo di stare in allegria.
 LESBINA
 Che dite, voi mio sposo?
 DON TRITEMIO
160Che forse vi dispiace?
 LESBINA
                                           Anzi mi piace...
 ma...
 DON TRITEMIO
             Che ma...
 LESBINA
                                 Non so dir che cosa sia,
 con licenza signor, voglio andar via.
 DON TRITEMIO
 Fermatevi un momento.
 (Si vede dal rossor ch’è figlia buona).
 LESBINA
165Eccomi ad ubbidirvi.
 DON TRITEMIO
 Dimmi, mi porti amore?
 LESBINA
 Ah non lascia spiegarmi il mio rossore.
 
    Compatite, signor, s’io non so,
 son così... Non so far all’amor.
170Una cosa mi sento nel cor
 che col labro spiegar non si può.
 
    Miratemi qua,
 sapete cos’è?
 Voltatevi in là,
175lontano da me.
 
    Voglio partire, mi sento languire.
 Ah, col tempo spiegarmi saprò.