Il filosofo di campagna, Dublino, Reilly, 1762 (Il tutore burlato)

 SCENA IV
 
 LESBINA e LISETTA
 
 LESBINA
125Deh se mi ami, o Lisetta
 vuol è che tu m’aiuti.
 LISETTA
                                         Io v’offerisco
 quel che so, quel che posso.
 LESBINA
 Va’, corri, ritrova Rinaldo e dille
 che in quest’oggi Tritemio
130mi vuol per sua consorte
 ma io nol voglio e scelgo anzi la morte.
 LISETTA
 Tutto per voi farò, di più m’impegno
 far valere per voi l’arte e l’ingegno.
 LESBINA
 E ben ti sarò grata.
 LISETTA
                                      In questa casa
135stanca son d’annoiarmi,
 voi dovreste pensare a maritarmi.
 LESBINA
 Sì volentieri, tosto che Rinaldo
 mio sposo alfin sarà, vo’ sodisfare
 ancor il tuo desio.
 LISETTA
140Non vedo l’ora di maritarmi anch’io.
 
    Di questa poverella
 abbiate carità;
 io sono un’orfanella
 che madre più non ha.
145Voi siete gentilina,
 vedete, signorina,
 ch’io cresco nell’età,
 
    la vostra Lisettina
 vorrebbe, poverina,
150sapete, m’intendete,
 movetevi a pietà.