Statira, Venezia, Rossetti, 1742

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA III
 
 STATIRA, poi DARIO; ORONTE nascosto per una porta, ARIARATE per l’altra
 
 STATIRA
 Che mai vorrà l’audace?
 Qual disegno lo guida
510alle mie regie stanze? Anima infida!
 DARIO
 Non son sempre felici
 le imposture, o Statira; e l’odio cieco
 un fallace sentier calca sovente.
 Errasti il colpo e l’infelice frode
515abortì senza frutto e senza lode.
 STATIRA
 Come! Tant’oltre ardisci?
 Eh barbaro, rispetta
 il mio sesso, il mio sangue ed il mio grado.
 Che fa su quella fronte
520l’infedel diadema?
 S’egli non sa dettarti
 sensi di lui più degni
 perché avvilirlo più non ardisca,
 un fulmine del ciel lo incenerisca.
 DARIO
525Egli mi sieda in fronte
 con tutto il suo splendor; e venga il giorno
 che col sangue e col pianto
 una donna superba
 al monarca di Persia il trono irrighe
530e in Ariarate un traditor castighi.