Il filosofo di campagna, Londra, 1762, ms.

 SCENA IV
 
 LENA e CAPOCCHIO
 
 LENA
 Sentite, se si fanno
 scritture in casa mia,
 voglio la senseria.
 CAPOCCHIO
                                   Come?
 LENA
                                                   Dirò,
 se mi mariterò
955come spero di farlo prestamente,
 la scrittura m’avete a far per niente.
 CAPOCCHIO
 Per niente? Oh, questo no. Tutto farei
 fuor che pregiudicar a’ lucri miei.
 LENA
 Dunque un altro piacer non mi negate.
 CAPOCCHIO
960Se c’è da guadagnar, son qui; parlate.
 LENA
 Maritarmi vorrei con civiltà.
 CAPOCCHIO
 Questo far si potrà.
 LENA
                                      Ma fate presto subito.
 CAPOCCHIO
 Di trovarvi un marito io non ne dubito.
 Trovatemi un marito;
 Ma sentite un tantin; vi parlo chiaro;
 eh, spiegiamoci ben, lo vo’ compito.
965sarò pronto a servirvi, ma... denaro.
    Ogni anno passa un anno,
 Questo vuol dire aver molto studiato
 l’età non torna più
 e saper ragionar da letterato.
 passar la gioventù
 
    Io sono un libro aperto,
 io non vorrei così,
 di tutto so parlar,
 ci penso notte e dì.
970un logico più esperto
    Vorrei un giovinetto
 non v’è nel disputar.
 
    So dir nego maiorem,
 civile, graziosetto,
 so dir probo minorem,
 che non dicesse un no,
 retorqueo, distinguo, concedo;
 quando io gli chiedo un sì.
975e a forza d’argomenti
 io voglio aver ragion.