Il filosofo di campagna, Londra, 1762, ms.

 SCENA VII
 
 [illeggibile] LESBINA e LENA
 
 LESBINA
 Signora, vi rincresce
 d’essere la nipote
670d’una senza natali e senza dote?
 LENA
 Sì signora; perché Nardo poteva
 maritarsi con meglio proprietà.
 LESBINA
 Questa non è però gran novità.
 Siam donne tutte due; nessun ci sente;
675se parlo contro noi, non vuol dir niente.
 Ditemi su. Forse è la prima volta
 che di donna leggiadra il viso bello
 faccia perdere agli uomini il cervello?
 Pare che nate siam [illeggibile] solo per questo.
680Da quanto accenno intenderete il resto.
 Della femmina i vezzi e le lusinghe,
 le accorte ritrosie,
 le finte gelosie,
 le parole melate,
685le languidette occhiate,
 un risettino scaltro
 cento ne fan cascar un dopo l’altro.
 È vero? Rispondete a cuore aperto;
 siete nel caso mio; lo so di certo.
690Mi chiamerete poi presuntuosa,
 se di Nardo gentil voglio esser sposa?
 
    Donne siamo e siamo nate
 per far l’uomo delirar.
 
    Amorose ci mostriamo
695e sappiamo lusingar.
 Ma poi quando a tu per tu
 siamo lì per dir di sì,
 rigettiamo in tutta fretta
 l’accettata servitù;
700e per gloria decantiamo
 e l’amar e il disamar.
 
    Donne siamo e siamo nate
 per far l’uomo delirar. (Parte)